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La pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata

La pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN – in inglese IUU, illegal, unreported and unregulated fishing) è un grave fenomeno che affligge ancora il settore della pesca, provocando il depauperamento degli stock ittici, distruggendo gli habitat marini e creando distorsioni nella concorrenza, poiché pone in una condizione di svantaggio i pescatori onesti e indebolisce le comunità costiere, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.

L'Italia, con il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto nella funzione di Centro di controllo nazionale della pesca (CCNP) e l'Unione Europea sono impegnate già da diversi anni a fronteggiare e cercare di arginare questo fenomeno, eliminando le scappatoie che permettono agli operatori illegali di trarre vantaggio dalle loro attività. Tra le varie misure occorre senz'altro evidenziare che:

  • Il regolamento UE 1005/2008 per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) che è entrato in vigore il 1° gennaio del 2010 ha introdotto un sistema di controllo e gestione dei prodotti ittici importati/esportati nel/dall' Unione, attraverso i "certificati di cattura".

  • Solo i prodotti della pesca in mare dichiarati legali dallo Stato di bandiera competente o dal paese esportatore attraverso la validazione del relativo certificato di cattura possono essere importati nell'Unione o da essa esportati.

  • L'UE pubblica periodicamente una lista dei pescherecci che praticano la pesca INN (c.d. "​black list") basandosi sulle segnalazioni delle organizzazioni regionali di gestione della pesca (RMO).

  • Il regolamento INN offre anche la possibilità di iscrivere nella lista nera i paesi che chiudono un occhio sulle attività di pesca illegale (di recente sono stati inseriti in tale lista tre paesi non cooperanti: Belize; Cambogia e Guinea). Con tali paesi sono vietati accordi commerciali e qualsiasi forma di scambio con l'Unione Europea.

  • A prescindere dalla zona di pesca e dalla bandiera di appartenenza, gli operatori dell'UE che praticano la pesca illegale rischiano pesanti sanzioni in proporzione al valore economico delle catture, con conseguente perdita del ricavo.

I responsabili nazionali dell'applicazione della normativa INN sono, in Italia, le Autorità Marittime (i C​omandi territoriali del Corpo delle Capitanerie di porto) e l'Agenzia delle Dogane. L'autorità unica di coordinamento è invece la Direzione Generale della Pesca Marittima e dell'Acquacoltura del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf). In particolare, le Autorità Marittime sono competenti per la validazione dei certificati di cattura dei prodotti ittici catturati da pescherecci italiani e destinati all'esportazione e alla verifica dei certificati provenienti da pescherecci extracomunitari che sbarcano direttamente nei porti italiani.


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