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Le attribuzioni della Guardia Costiera a salvaguardia dell'ambiente marino e costiero

Le attribuzioni della Guardia Costiera a salvaguardia dell'ambiente marino e costiero

1. La tutela dell'ambiente marino e costiero

La tutela dell'ambiente marino e costiero è uno degli obiettivi prioritari da perseguire, sia per la ricchezza del patrimonio naturalistico nazionale, sia per i rilevanti interessi sociali ed economici coinvolti nell'utilizzo delle relative risorse. La struttura geografica del nostro Paese e l'enorme estensione delle linea costiera impongono un'attività di tutela costante e puntuale, supportata da una componente operativa capace di esprimere specifiche competenze e una presenza territoriale capillare e qualificata. In tale settore, le norme di legge che si sono susseguite nel tempo hanno elettivamente individuato nel Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, un'organizzazione operativa impegnata nella salvaguardia dell'ambiente marino e costiero, sino alla recente costituzione di un Reparto specializzato, che rappresenta un valore aggiunto al sistema di sorveglianza e tutela.

2. Il quadro normativo vigente

Per tale vocazione ambientale, il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, dipende funzionalmente dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ai sensi dell'articolo 8, della Legge 8 luglio 1986, n. 349 e dell'articolo 3, della Legge 28 gennaio 1994, n. 84, esercitando funzioni di vigilanza e controllo in materia di tutela dell'ambiente marino e costiero. In relazione alle predette funzioni, il quadro normativo vigente attribuisce al Corpo i seguenti compiti:

a) nelle zone sottoposte alla giurisdizione nazionale, l'esercizio in via prevalente, delle attività di controllo relative all'esatta applicazione delle norme del diritto italiano, del diritto dell'Unione europea e dei trattati internazionali in vigore per l'Italia in materia di inquinamento marino, ivi compresi l'inquinamento da navi e da acque di zavorra, l'inquinamento da immersione di rifiuti, l'inquinamento da attività di esplorazione e di sfruttamento dei fondali marini;

b) la direzione, ai sensi dell'art. 23, della Legge 31 dicembre 1982, n. 979, delle attività di sorveglianza e controllo per la prevenzione degli inquinamenti delle acque marine da idrocarburi ed altre sostanze nocive, nonché per l'accertamento delle infrazioni alle relative norme, funzione ribadita dall'art. 12 del Decreto Legislativo 6 novembre 2007, n. 202;

c) nelle acque di giurisdizione e di interesse nazionale, l'esercizio, per fini di tutela ambientale e di sicurezza della navigazione, ai sensi della Legge 7 marzo 2001, n. 51, del controllo del traffico marittimo;

d) di provvedere, ai sensi degli articoli 135, comma 2, e 195, comma 5, del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, rispettivamente alla sorveglianza e all'accertamento delle violazioni in materia di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche se dalle stesse possono derivare danni o situazioni di pericolo per l'ambiente marino e costiero, nonché alla sorveglianza e all'accertamento degli illeciti in violazione della normativa in materia di rifiuti e alla repressione dei traffici illeciti e degli smaltimenti illegali dei rifiuti;

e) di esercitare, ai sensi dell'articolo 19, della Legge 6 dicembre 1991, n. 394, la sorveglianza nelle aree marine protette e sulle aree direperimento;

f) ai sensi dell'articolo 296, comma 9, del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in relazione al tenore di zolfo dei combustibili per uso marittimo, di accertare le violazioni e di irrogare le sanzioni di cui ai commi da 5 a 8 del predetto articolo;

g) per le attività in difesa del mare, di cui agli articoli 11 e 12 della Legge 31 dicembre 1982, n. 979, attraverso la sua organizzazione periferica alivello di Compartimento marittimo, ad operare, ai sensi dell'articolo 7, legge 16 luglio 1998, n. 239.

3. Le attività in materia di tutela dell'ambiente marino e costiero.

Il Corpo delle Capitanerie di Porto, nell'ambito delle attribuzioni funzionali stabilite dal quadro legislativo vigente, svolge anche le seguenti specifiche attività a tutela dell'ambiente marino e costiero:

  1. Potenziamento, anche stagionale, della sorveglianza nelle aree marine protette, nelle aree marine di reperimento e in aree specifiche;

  2. Vigilanza sul mare territoriale e su altre zone di mare poste sotto la giurisdizione dello Stato soggiacenti a particolari vincoli di tutela ambientale (Zone di Protezione Ecologiche, aree nella rete Natura 2000 di cui alla direttiva 92/43/CEE, ecc.);

  3. Controllo e monitoraggio della filiera di traffici dei rifiuti, con specifico riferimento agli ambiti, marittimi, costieri e portuali;

  4. Controllo e monitoraggio dei traffici marittimi e vigilanza ispettiva del naviglio per la verifica della corretta osservanza degli adempimenti derivanti dall'applicazione delle principali convenzioni internazionali e della pertinente normativa comunitaria in materia di mantenimento degli standard minimi di sicurezza ai fini ambientali marittimi;

  5. Controllo e verifiche ispettive sulle immissioni di sostanze inquinanti in atmosfera da parte di navi;

  6. Salvaguardia delle specie di flora e fauna marine, degli ecosistemi e dei cetacei;

  7. Attività di controllo, monitoraggio e protezione dell'ambiente marino derivante dall'applicazione della Convenzione internazionale Marpol 73/78, dalle altre convenzioni IMO e dalla normativa comunitaria di settore in materia di tutala dell'ambiente marino in genere, nonché dalla Convenzione di Barcellona e da ogni altro accordo internazionale per la tutela, la conservazione e la salvaguardia del Mare Mediterraneo, nonché la discendente attività istruttoria della normativa tecnica da applicarsi al naviglio nazionale;

  8. Lotta e prevenzione all'inquinamento da idrocarburi e da altre sostanze tossiche e nocive e promozione della sicurezza ambientale in mare, anche in cooperazione con strutture dipendenti del Ministero, con riferimento al rischio di incidenti marini, anche causati da atti di terrorismo;

  9. Monitoraggio e verifica sugli scarichi in mare sia provenienti da terra, che da navi, aeromobili e piattaforme site nel mare territoriale e/o sulla piattaforma continentale;

  10. Monitoraggio della fascia costiera marina al fine di prevenire e reprimere qualsivoglia forma di abusivismo, alterazione, compromissione ed illecito sfruttamento delle componenti ambientali anche in vista dell'attivazione delle prescritte azioni reintegrative e risarcitorie da parte dello Stato;

  11. Attività di telerilevamento aereo attraverso la raccolta di dati in situ e relativa validazione;

  12. Monitoraggio e controllo sulle attività di dragaggio e di immersione in mare di materiali provenienti da escavo di fondali nonché da ogni altra movimentazione di sedimenti in ambiente marino;

  13. Monitoraggio e controllo delle attività di bonifica di siti di bonifica di interesse nazionale;

  14. Verifiche delle prescrizioni stabilite dal Ministero nei provvedimenti che concludono le procedure V.I.A.;

  15. Adozione ed attuazione dei piani locali antiinquinamento, nei quali sono indicate le risorse pubbliche e private da impiegarsi;

  16. Concorso nel monitoraggio della tendenza evolutiva della fascia costiera, sia essa naturale che indotta da opere (frangiflutti, difese radenti, pannelli) e controllo dei fenomeni che determinano l'arretramento della linea di costa o ne favoriscono l'avanzamento;

  17. Concorso nel monitoraggio di fenomeni di subsidenza di piane costiere;

  18. Tutela e salvaguardia del mare e della fascia costiera dagli impatti derivanti dall'esercizio di impianti energetici ivi localizzati;

  19. Concorso nella rilevazione batimetrica della fascia costiera, di alvei fluviali in prossimità di foci ed estuari, di lagune e spazi marini delimitati da manufatti in aree costiere, porti e sorgitori;

  20. Attuazione di programmi di comunicazione ed educazione ambientale;

  21. Attuazione di iniziative volte allo sviluppo sostenibile, conservazione e corretta gestione delle risorse ecosistemiche marino/costiere;

  22. Attività di ispezione e polizia in materia di raccolta dei residui prodotti dalle navi e dei residui del carico, nonché delle piattaforme marine, allo scopo di prevenirne l'immissione in mare.

Il Corpo delle Capitanerie di Porto esercita, tramite la Centrale Operativa del proprio Comando Generale, i Comandi territoriali e le componenti specialistiche - Mezzi aeronavali, Nuclei subacquei e Laboratori Ambientali Mobili (L.A.M.), i servizi di istituto relativi all'azione di contrasto agli inquinamenti marini ed alla vigilanza sulle AA.MM.PP. e sulle aree di reperimento.

Tale sistema, è integrato da un servizio di sorveglianza satellitare realizzato nell'ambito di una specifica collaborazione con l'European Maritime Safety Agency (EMSA).

4. Il Reparto Ambientale Marino

Il Reparto Ambientale Marino (R.A.M.), che ha sede presso il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è stato istituito con la Legge 31 luglio 2002, n.179 (art. 20) ed è posto alle dipendenze del Ministro dell'Ambiente per conseguire un più rapido ed efficace supporto alle attività di tutela e di difesa dell'ambiente marino e costiero.

Il Reparto è strutturato nell'attuale configurazione interna con Decreto Interministeriale del 8 maggio 2003 (ambiente, infrastrutture e trasporti e difesa) e le relative specifiche attribuzioni sono state invece determinate con il Decreto del Ministero dell'Ambiente in data 14 ottobre 2003, ove viene espressamente ribadito che il R.A.M. stesso esegue gli incarichi attribuiti direttamente dal Ministro e collabora con l'Ufficio di Gabinetto e le Direzioni Generali sia sotto un profilo tecnico/operativo sia giuridico, sviluppando, nel contempo, la necessaria azione di raccordo tra il Ministero dell'Ambiente e il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto.

Il Reparto, ai sensi dell'art. 11 del nuovo "Regolamento di Organizzazione del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare", approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 luglio 2014, n. 142, è inquadrato tra gli organi di supporto tecnico/scientifico di cui il Ministero si avvale per l'esercizio delle funzioni istituzionali tese alla salvaguardia dell'ambiente marino e costiero.

Gli Uffici, su cui è articolato il R.A.M., svolgono rispettivamente le specifiche attribuzioni di seguito delineate:

Ufficio I: Aree Marine Protette. Tutela delle coste dall'erosione marina: ripascimenti. Problematiche demaniali riferite alle Aree Marine Protette

  1. collabora con la competente Direzione Generale per gli aspetti tecnico/marittimi attenti ai progetti istitutivi e di gestione di Aree Marine Protette;

  2. svolge attività di collegamento con il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto per il coordinamento e l'omogeneizzazione delle attività di vigilanza effettuate dagli uffici marittimi per il rispetto dei vincoli posti a tutela delle Aree Marine Protette ed esercitate mediante i mezzi navali e terrestri del Ministero dell'Ambiente, equipaggiati con personale del Corpo delle Capitanerie di Porto;

  3. collabora con la competente Direzione Generale per l'elaborazione degli atti convenzionali tra il Ministero dell'Ambiente e il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto;

  4. tratta, su richiesta della competente Direzione Generale, le problematiche attinenti alle Aree Marine Protette e alle aree sensibili nei contesti nazionali e internazionali.

Ufficio II: Tutela delle acque marine e delle coste dall'inquinamento. Sicurezza ambientale dei porti: traffico dei rifiuti e delle merci pericolose. Siti di bonifica. Scarichi in mare

  1. svolge funzioni di collegamento tra la competente Direzione Generale, la Centrale Operativa del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e gli Uffici marittimi interessati per territorio da inquinamenti rilevanti delle acque marine e delle coste;

  2. espleta attività di supporto al Focal Point nazionale presso la Direzione Difesa Mare per l'elaborazione e l'aggiornamento degli adempimenti discendenti dal recepimento di Convenzioni internazionali in materia ambientale;

  3. coadiuva le competenti Direzioni Generali nella trattazione delle problematiche inerenti la sicurezza dei porti sotto profilo ambientale, con particolare riferimento al traffico marittimo di rifiuti e agli Interventi nei siti di bonifica;

  4. fornisce il proprio parere tecnico nei procedimenti relativi al dragaggio e scarico a mare di materiali del dragaggio.

Ufficio III: Sistemi Informatici e Telematici. Rilevamento e gestione dei dati ambientali marini. Sicurezza del Dato

  1. cura la raccolta e la elaborazione, ai fini statistici e di studio, dei dati forniti dal COGESTAT del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e dagli Uffici marittimi periferici relativi alla materia ambientale marina;

  2. acquisisce ed elabora, per quanto di interesse per le attività del Reparto, i dati disponibili dei sistemi informatici del Ministero dell'Ambiente e del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto;

  3. provvede alla raccolta e alla elaborazione dei dati ambientali di cui alle Convenzioni stipulate con il Ministero dell'Ambientee il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, nonché al raccordo nell'espletamento delle pratiche amministrativo-contabili;

cura il sistema informatico di cui è dotato il Reparto, il suo aggiornamento e la sua funzionalità nonché il rispetto delle procedure finalizzate alla sicurezza dei dati trattati.


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