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Il Mar Adriatico


Il mare Adriatico è l'articolazione del mar Mediterraneo situata tra la penisola italiana e la penisola balcanica. Bagna sei Paesi:

1) Italia,

2) Slovenia,

3) Croazia,

4) Bosnia ed Erzegovina,

5) Montenegro,

6) Albania.

Confina a sud-est con il Mar Ionio. E geograficamente fa parte del Mediterraneo orientale.

Il Mare Adriatico è un mare poco profondo. Esso raggiunge al massimo i 1.250 metri al largo della costa pugliese. La scarsa profondità di questo mare si accentua a nord del Gargano e delle Isole Tremiti. In alcuni punti non vengono raggiunti neppure i 100 m di profondità. Le uniche isole italiane di una certa importanza sono le isole Tremiti.

La maggioranza degli storici concorda che il nome Adriatico derivi dalla città di Adria, già veneta ed etrusca, quindi colonia siracusana, che per i greci era considerata l'estremità settentrionale dell'Adriatico, il cui nome verrebbe così a significare "mare che termina ad Adria". Adria era allora terminale di importanti vie carovaniere che scendevano dal Baltico, attraverso il Brennero, e dal Mar Nero attraverso il Danubio e la Drava, mettendo in comunicazione commerciale l'area mediterranea con tali regioni e permettendo gli scambi di ambra, stagno e argento. Un canale artificiale (la Filistina) collegava già allora Adria con la laguna di Venezia e da lì permetteva di risalire tramite protetta navigazione endo-lagunare fino alle risorgive del Timavo (caput Adriae). I Greci diedero quindi il nome di Adrias Kolpos (golfo di Adria) inizialmente alla parte settentrionale del mare (dalla foce del fiume Po al golfo del Quarnero), poi gradualmente il nome venne esteso per tutta la sua lunghezza, dal caput Adriae fino al canale di Otranto. Quando i Romani conquistarono il Nord Italia alla fine del III secolo a.C., il nome si era già consolidato. Lo storico longobardo Paolo Diacono riporta tuttavia che il nome del mare Adriatico derivi da quello della città abruzzese di Atri (anticamente Hadria e poi Hatria), che per i Romani era punto di arrivo di uno dei principali itinerari tra Roma e l'Adriatico. Secondo Varrone (116-27 a.C.), la parola Adria deriverebbe dall'etrusco atrium, giorno/luce/est, ad indicare la posizione ad oriente del mare e della città di Adria, abitata dagli Atriates Tusci (etruschi orientali - civiltà post-villanoviana con centro a Felsina), rispetto all'Etruria. Il nome del mare Adriatico conserva la stessa radice etimologica in tutte le lingue dei popoli che vi si affacciano: Jadransko morje in sloveno Jadransko more/Јадранско море in croato, bosniaco e montenegrino (secondo alcuni tale parola farebbe invece riferimento al nome latino della città di Zara, Iadera, ma ciò non è possibile secondo l'evoluzione fonologica) e Deti Adriatik in albanese.Nel periodo pre-classico, l'Adriatico era considerato un'articolazione dello Ionio; venne considerato un mare a sé stante a partire dal periodo repubblicano romano. Nel Medioevo e nell'Età Moderna, i Veneziani, che comprendevano nel proprio dominio la Dalmazia e alcuni porti pugliesi, chiamavano l'intero Adriatico con il nome di golfo di Venezia. Dal momento che la Serenissima era una delle maggiori potenze d'Europa, tale denominazione si diffuse molto, senza però soppiantare mai completamente il nome originale, al quale rimasero fedeli i pochi porti adriatici che Venezia non riuscì a sottomettere. Nei codici marittimi veneziani era addirittura chiamato il nostro canal, quasi fosse la continuazione del Canal Grande.

Miti e leggende legate al Mar Adriatico - Mito degli Argonauti Le coste del mare Adriatico sono teatro di racconti di storie passate di grande fascino, anche se per alcune di queste non esistono testimonianze documentate e certe. Una delle leggende più conosciute riguardanti l'Adriatico è quella degli Argonauti. La parte finale del mito è ambientata a Pola e narra della storia della nave dei sudditi del re di Colchide che, partiti alla ricerca del Vello d'oro, si sarebbero fermati sulle coste dell'Adriatico per paura di dover comunicare al sovrano il fallimento della loro missione e la morte di suo figlio Giasone. - Leggenda delle Isole Brioni Sempre dall'altra parte dell'Adriatico, lungo le coste della penisola dell'Istria, si racconta la storia dell'arcipelago delle isole Brioni, dove sono stati ritrovati resti dei dinosauri che hanno abitato queste terre 150 milioni di anni fa. Secondo la leggenda, questo arcipelago nacque per mano degli angeli: le isole sarebbero infatti alcuni pezzi di Paradiso che il Diavolo aveva sparpagliato. - Mito di Diomede Secondo il mito greco, l'eroe Diomede, dopo aver lasciato per sempre la città di cui era re, Argo, navigò con i suoi compagni d'arme in tutto l'Adriatico, fermandosi ove ci fosse un porto e insegnando agli abitanti l'arte della navigazione. Nella Venezia Giulia la sua figura si fuse con quella del Signore degli Animali. Successivamente diventò un fondatore di città (molte in Puglia, ma anche Benevento e Vasto). Per questi motivi il suo culto era diffuso alle foci del Timavo, a Capo Promontore, ad Ancona, a Capo San Niccolò e alle Isole Tremiti. In tutti i luoghi ricordati dalla tradizione come tappe dei viaggi di Diomede, l'archeologia ha ritrovato reperti micenei, consentendo di collegare il mito di Diomede alla navigazione micenea. - Mito di Antenore Altro eroe greco che navigò nell'Adriatico fu, secondo il mito, Antenore, ricordato dalla tradizione come fondatore di Padova. - Mito di Ulisse Anche la storia di Circe potrebbe essere ricondotta al mare Adriatico, collocando la casa della maga lungo la foce del Po o in Istria. Ci sono anzi studiosi che hanno ambientato tutte le tappe del viaggio di Ulisse narrato nell'Odissea in luoghi adriatici anziché tirrenici, com'è consuetudine. Il fatto che Omero non abbia mai incluso riferimenti specifici parlando di luoghi, autorizzò fin dall'antichità ad ambientare il mito di Ulisse in vari luoghi del Mediterraneo: ogni popolazione rivierasca che veniva a conoscenza delle avventure di Ulisse le immaginava in luoghi che conosceva. L'ambientazione tirrenica divenne la più diffusa a partire dalla romanizzazione d'Italia. - I Pelasgi Lungo le coste dell'Adriatico avrebbero poi navigato anche i Pelasgi. Naturalmente non ci sono notizie certe al riguardo, ma ad esempio Silio Italico racconta la risalita di questa popolazione di navigatori lungo la costa e il loro insediamento sul colle dell'Annunziata (conosciuto anche con il nome di colle Pelasgico) ad Ascoli Piceno, nelle Marche. Un po' più a nord, nel ravennate, anche Strabone identifica alcune colonie pelasgiche, accostandole a quelle di Caere (Cerveteri) e di Pyrgi lungo il Tirreno. Descrizione del Mar Adriatico. È lungo circa 800 km e largo mediamente 150 km, ricoprendo una superficie di 132 000 km². La profondità del suo bacino in talune zone raggiunge i 300 m nella parte settentrionale (inferiore a quella dei tre grandi laghi prealpini) e raggiunge i 1.222 m più a sud, lungo la direttrice da Bari alle bocche di Cattaro. La salinità media è del 3,8%, con forti differenze tra il nord, meno salino, e il sud. I principali corsi d'acqua che sfociano nel mar Adriatico sono il Po, l'Adige, l'Isonzo, il Tagliamento, il Brenta, il Piave, il Reno, la Narenta, il Metauro, il Tronto, l'Aterno-Pescara, il Sangro e l'Ofanto. In generale, i fiumi del nord, alimentati dai ghiacciai alpini, hanno un regime più regolare nel corso dell'anno, mentre quelli centro-meridionali presentano un carattere torrentizio. L'ampiezza di marea è abbastanza contenuta (circa 30 cm al sud e non oltre i 90 nelle estremità settentrionali): ciò ha permesso sin dall'antichità la nascita, lungo la bassa costa settentrionale, di centri abitati come Aquileia, Chioggia, Grado, Venezia, famosa in tutto il mondo per il fenomeno dell'acqua alta che periodicamente ne sommerge di qualche decina di centimetri molte aree, e Ravenna. Il Mar Adriatico storicamente ha subito per primo lo sfruttamento turistico rispetto al Tirreno ed allo Ionio in quanto mare in media più sabbioso, nonché protetto dalla catena degli Appennini ad ovest e dai Balcani ad est, dunque meno soggetto a mareggiate e fenomeni di erosione sulle coste. Sulla costa adriatica passano l'Autostrada A14 Adriatica, la Strada statale 309 Romea e la Strada statale 16 Adriatica, lungo la quale sono posti quasi tutti i principali centri abitati, turistici e balneari nonché diversi capoluoghi di provincia e di regione. I principali porti italiani I porti principali italiani che si affacciano sul Mar Adriatico sono, da nord a sud, Trieste, Venezia, Ravenna, Ancona, Ortona, Bari, Brindisi; in Slovenia il solo porto di Capodistria; in Croazia Pola, Fiume, Zara, Sebenico, Spalato e Ragusa; la Bosnia ed Erzegovina si serve del porto croato di Porto Tolero (in croato: Ploče); in Montenegro Antivari; in Albania Durazzo e Valona. Il mare Adriatico è collegato al mar Ionio tramite il Canale d'Otranto, ossia lo stretto di mare fra punta Palascia, nel Salento, e capo Linguetta in Albania. Questa linea di demarcazione viene spostata più a sud da alcune convenzioni nautiche, che per esigenze di semplicità seguono le linee dei paralleli e dei meridiani. In particolare: 1) ai fini meteorologici (Meteomar) e delle Informazioni nautiche degli avvisi ai naviganti, il limite marittimo tra Adriatico meridionale e Ionio settentrionale è dato dal 40º parallelo nord: sulla costa italiana corrisponde a punta Mucurune nei pressi di Castro. 40°00′00″N 18°25′48″E 2) per i restanti Avvisi ai naviganti (portolani, fari e fanali, Navarea III, ecc.) il limite convenzionale fra costa ionica e costa adriatica è invece posto a Santa Maria di Leuca (punta Mèliso, lungo il meridiano 18°22' E). L'Organizzazione idrografica internazionale fa propria quest'ultima definizione, ponendo il limite meridionale dell'Adriatico lungo la linea immaginaria che va da punta Mèliso a capo Cefalo (39°45′07.31″N 19°37′45.5″E) sull'isola di Corfù. In questo modo, la costa settentrionale dell'isola di Corfù e le isole Diapontie sarebbero bagnate dal mar Adriatico. Problemi ambientali Negli anni 90, specie nei mesi estivi, il Mar Adriatico è stato interessato dal fenomeno della mucillagine nelle acque superficiali e costiere che ha comportato in alcuni casi, a scopo precauzionale/preventivo, il divieto di balneazione in diverse sue spiagge e litorali. Sul finire degli anni 90 e per alcuni anni degli anni 2000 fenomeni di erosione di alcuni litorali da parte delle acque marine, specie in occasioni di forti mareggiate hanno intaccato fortemente diversi tratti costieri sabbiosi comportandone una lenta e progressiva riduzione in termini di ampiezza. Le più diffuse specie presenti nel Mar Adriatico Sono presenti 8 specie di Delfinidi, 2 di Balenotteridi e 2 di specie appartenenti ad altre famiglie. Per quanto riguarda i delfini propriamente detti, è facile confondere il delfino comune, con il tursiope e la stenella striata. Il più comune è la stenella striata, che si riconosce per le strie chiare sul corpo, per le dimensioni piuttosto contenute, per gli allegri salti e gli spruzzi d’acqua. Abbastanza diffuso è anche il tursiope. Molti studi ritengono il tursiope una specie altamente vulnerabile, che sta rapidamente diminuendo, in particolare nell’Adriatico. Il tursiope è il delfino più facile da sorprendere mentre compie salti ed “acrobazie” caratteristici. Si distingue per la pinna dorsale sporgente dall’acqua, per la corporatura massiccia rispetto agli altri delfinidi e per il profilo del capo caratteristico con un melone molto accentuato. E’ una specie costiera, ed è sicuramente il delfino meglio conosciuto, sin dall’antichità. E’ un animale estremamente intelligente e particolarmente socievole. Relitti subacquei - Alto Adriatico: Peschereccio "Francesco Padre" Cacciatorpediniere "Quintino Sella" Incrociatore "Amalfi"

Torpediniera "88S"

Torpediniera "5PN"

Sommergibile "Medusa"

Relitto "Sassi" Mercantile "Vila" Aereo "P-47 Thunderbolth"

Mercantile "VRMAC"

Matoponte "NIVIA"

Mercantile "EVDOKIA II"

Peschereccio "Ferreo"

- Relitti antichi della laguna di Venezia:

Relitto del "Mercure"

Relitti di San Marco in Boccalama

Relitto dei "Cannoni"

Relitto del "Vetro"

Brigantino

Relitto delle "Alghe"

Relitto delle "Ceppe"

Brigantino Hellmuth

Relitto dei mattoni

- Relitti lungo la costa di Ravenna e Rimini:

Piattaforma "Paguro"

"Cargo Anni

"Relitto "I Tralicci"

Relitto "Thistlegorm dell'Adriatico"

Piattaforma dell'isola delle rose. Il pesce del Mar Adriatico

ACCIUGA O ALICE (Engraulis enchrasicholus) Habitat: vive in banchi in profondità. Caratteristiche fisiche: ha un corpo allungato e compresso lateralmente. Lungo i fianchi è presente una linea longitudinale nerastra che separa il dorso di colore azzurro-verde, dal ventre di colore bianco. La testa è caratterizzata dalla mascella superiore che sporge un poco rispetto alla mandibola. Può raggiungere anche lunghezze di circa quindici, venti centimetri. Curiosità: all’arrivo della primavera si avvicina alla costa per la riproduzione. Qui depone fino a quarantamila uova; l’equivalente nome romagnolo è “sardon”; viene consumata fresca, salata, inscatolata sott’olio o trasformata in pasta o farine per uso alimentare (umano o zootecnico).

ANGUILLA (Anguilla anguilla) Habitat: ha caratteristiche eurialine e quindi vive sia in acque salate, acque dolci o salmastre. Caratteristiche fisiche: ha corpo serpentiforme, le squame sono celate nella robustissima pelle ricoperta da secrezione mucosa. Il dorso ha un colore olivastro mentre il ventre è biancastro. La lunghezza risulta essere di circa un metro per i maschi e di circa un metro e mezzo per le femmine. Curiosità: di giorno vive immobile nel fango mentre di notte si trasforma in una vorace predatrice; le abitudini riproduttive sono avvolte nel mistero. Alcuni pensano che la riproduzione avvenga nel mare dei Sargassi e che le giovani anguille possano fare un viaggio che può durare anche tre anni prima di raggiungere le coste. Le grosse femmine vengono chiamate anche capitoni.

ASTICE (Homarus gammarus) Habitat: vive in fondali rocciosi. Caratteristiche fisiche: corpo robusto con grosse chele di colore turchino con chiazze gialle o bianche. La lunghezza approssimativa è di circa sessanta centimetri.

BOBA (Boops boops) Habitat: vive in fondali di posidonia, in vicinanza scogliere rocciose. Si avvicina alla costa quando le acque del mare si riscaldano. Caratteristiche fisiche: corpo affusolato di colore verdognolo solcato da fasce dorate. La bocca è munita di piccolissimi denti.

BRANZINO o SPIGOLA (Dicentrarchus labrax) Habitat: vive lungo le coste, nelle acque salmastre dei porti e delle foci dei fiumi (è un pesce con abitudini eurialine). Caratteristiche fisiche: presenta un corpo affusolato e compresso e provvisto di due pinne dorsali separate. Il capo è robusto e la bocca molto grossa e ampia, munita di numerosi piccoli denti. Il dorso è di colore scuro sul grigio. I fianchi sono argentati mentre il ventre è biancastro. Può raggiungere una lunghezza che varia tra ottanta centimetri ed un metro ed un peso di circa 15 chilogrammi. Curiosità: è un veloce predatore che predilige crostacei e molluschi di vario genere; allo stato giovanile vive in gruppo (in questa età presenta macchie nere sul dorso), mentre diventa solitario in età adulta; è un pesce che si presta all'allevamento, per cui lo si può trovare con facilità nei mercati italiani.

CALAMARO (Loligo vulgaris) Habitat: vive nelle zone costiere e in fondali fangosi. Caratteristiche fisiche: corpo allungato, snello e cilindrico con due pinne laterali a forma romboidale che dalla estremità codale giungono fino a metà del corpo. Ha il corpo provvisto di tentacoli (di cui due sono più lunghi e con ventose). L’apparato boccale è formato da due mascelle a forma di becco. E’ di colore rosato con punteggiature brune. Raggiunge una lunghezza circa trenta, trentacinque centimetri. Curiosità: secerne un liquido nero in caso di pericolo; depone sui sassi uova in grandi cordoni gelatinosi.

CANOCCHIA (Squilla mantis) Habitat: vive in fondali sabbiosi o fangosi fino a cento metri di profondità. Caratteristiche fisiche: corpo allungato con uno scudo cefalotoracico che non copre tutto il torace. L’addome termina con un largo telson spinoso che insieme con le appendici del penultimo segmento forma un ampio ventaglio codale. Di colore roseo con macchie violacee sul telson, presenta occhi voluminosi e peduncolati. Raggiunge una lunghezza circa venti, venticinque centimetri. Curiosità: si nutre principalmente di vermi.

CEFALO (Mugil chephalus) Habitat: vive in fondali rocciosi, sabbiosi o fangosi in vicinanza della costa ed in prossimità delle foci dei fiumi (caratteristica dei pesce eurialini). Caratteristiche fisiche: corpo robusto, fusiforme con grandi squame. Il dorso è di colore grigio-bluastro mentre il ventre à bianco-argenteo. L’occhio è ricoperto da una palpebra adiposa. Può raggiunge una lunghezza media di venti centimetri ed un peso di circa un chilogrammo. Curiosità: si nutre principalmente di piccoli organismi e di sostanze organiche in decomposizione;esistono vari tipi di cefalo: bosega, calamita, verzelata e dorato; con le sue uova si prepara una specie di caviale, chiamato bottarga.

PAGANELLO (Gobius paganellus) Habitat: vive su fondali fangosi, arenosi e in prossimità di scogli. Curiosità: è voracissimo e si ciba di quasi tutto quello che è commestibile.

GRANCHIO DI SABBIA (Portunus sp) Habitat: vive infossato nella sabbia sui fondali. Caratteristiche fisiche: il corpo è protetto una dura corazza. Le ultime zampe laminari sono usate nel nuoto e per celarsi nella sabbia. I colori più frequenti sono il rossiccio ed il verdastro. Raggiunge una dimensione dai tre ai quattro centimetri.

MAZZANCOLLA o GAMBERONE (Penaeus kerathurus) Habitat: vive in prossimità della costa su fondali arenosi o fangosi. Caratteristiche fisiche: il corpo è compresso lateralmente, di colore rosato-giallastro oppure grigio-giallastro. Ha occhi peduncolati.

MERLUZZO o NASELLO (Merlucius merlucius) Habitat: vive in fondali fangosi, a varie profondità, a seconda delle stagioni. Caratteristiche fisiche: Il corpo è allungato e snello, compresso lateralmente. La testa presenta una mandibola più lunga della mascella. Sul dorso è di colore acciaio, mentre sui fianchi e sul ventre è di colore più chiaro. Le dimensioni variano da trenta centimetri ad un metro, e può raggiungere anche i trenta chilogrammi di peso. Curiosità: dal suo fegato viene estratto un olio ad altro contenuto vitaminico.

MORMORA (Lithoniatus mormyrus) Habitat: vive su fondali fangosi e arenosi. Caratteristiche fisiche: Il corpo è allungato e compresso lateralmente, di colore grigio-argenteo, mentre il ventre è di colore più chiaro. Nei fianchi sono presenti dieci o quindici fasce nerastre Può raggiungere una lunghezza massima di circa cinquantacinque centimetri.

ORATA (Sparus auratus) Habitat: vive generalmente in prossimità della costa, su fondali sabbiosi o misti a roccia, in profondità non superiori ai cinquanta metri. Ha abitudini eurialine e quindi ama sostare anche in prossimità dei porti e delle foci dei fiumi. Caratteristiche fisiche: ha un corpo ovaloide, allungato ma elevantesi bruscamente all’altezza dell’attaccatura della testa. Il capo è arrotondato presenta una gibbosità tra gli occhi dal caratteristico colore dorato che da il nome al pesce. Il dorso è di colore azzurro metallico, i fianchi sono leggermente dorati con striature brune, mentre il ventre è argenteo. Particolare è una fascia gialla presente fra gli occhi. La mandibola inferiore e dotata di alcune file di denti molariformi tondeggianti con i quali è in grado di schiacciare ogni sorta di mitili. Raggiunge una lunghezza media di circa trenta centimetri ma può raggiungere anche i settanta centimetri per un peso di circa dieci chilogrammi. Curiosità: si nutre principalmente di crostacei e molluschi; può vivere da sola o in branchi.

PALAMITA (Sarda sarda) Habitat: vive in mare aperto a discrete profondità. Preferisce stazionare in prossimità di secche sommerse, ma essendo un forte nuotatore si sposta con molta frequenza all’inseguimento di branchi di mangianza.Caratteristiche fisiche: Ha un corpo muscoloso e fusiforme che tende ad assottigliarsi in prossimità del penducolo caudale. Presenta due pinne dorsali molto ravvicinate (la prima molto grande, à sostenuta da una ventina di raggi). La testa è allungata con una bocca molto grande e fornita di numerosi denti sottili. Il colore del dorso è bluastro mentre i fianchi ed il ventre sono argentati con riflessi azzurri. Strisce verticali nere attraversano il dorso ed i fianchi. Raggiunge una lunghezza massima di circa ottanta centimetri ed un peso di circa otto-dieci chilogrammi. Curiosità: è un vorace predatore che si nutre principalmente di pesce azzurro come novellame, sarde, sgombri; vive in branchi abbastanza numerosi; in primavera le femmine rilasciano un grandissimo numero di uova che vengono fecondate “al volo” dai maschi.

PALOMBO (Mustelus mustelus) Habitat: vive in fondali sabbiosi o fangosi. Caratteristiche fisiche: presenta un corpo affusolato e appiattito ventralmente che si assottiglia notevolmente nella parte posteriore. Sul dorso sono presenti due pinne di notevoli dimensioni. Nel capo si notano gli occhi, di forma ellissoidale, che sono posti lateralmente, nonché cinque fessure branchiali di cui due poste sopra le pinne pettorali. La bocca e caratterizzata da denti di piccole dimensioni ordinati in più file. Il dorso si presenta rugoso e di colore grigio scuro (talvolta con macchie laterali), mentre il ventre è di colore bianco – giallastro. Può raggiungere una lunghezza anche di circa centosessanta centimetri.

PASSERA (Platichthys flesus flesus) Habitat: vive sia in ambiente marino che in acque salmastre. Caratteristiche fisiche: il corpo è piatto ed ovale. Il lato destro, dove sono posizionati gli occhi è di colore bruno-verdastro, mentre il lato cieco e di colore biancastro. Raggiunge una lunghezza di circa quaranta centimetri.Curiosità: è un vorace carnivoro.

POTASSOLO (Micromesistius poutassou) Habitat: vive in vicinanza delle coste. Caratteristiche fisiche: la caratteristica principale è la presenza di tre pinne dorsali. Può raggiungere una lunghezza di circa cinquanta centimetri.

RAZZA (Raya sp) Habitat: vive in fondali fangosi o arenosi. Caratteristiche fisiche: il corpo è di forma rotondeggiante romboidale e piatta. Il dorso è di colore bruno-nero, mentre il ventre è di colore più chiaro. La pelle può essere liscia, ruvida e spinosa. Può raggiungere persino i due metri di dimensione.

ROMBO (Psetta maxima) Habitat: vive in fondali fangosi o arenosi. Caratteristiche fisiche: il corpo è di forma romboidale e presenta dei tubercoli ossei sul lato sinistro (dove sono presenti gli occhi) che è di colore grigio bruno, mentre la parte cieca è di colore biancastro. La lunghezza media è di circa cinquanta centimetri, ma può raggiungere anche il metro. Curiosità: è un vorace carnivoro; può mimetizzarsi con il fondale (ad una profondità di 25/70 metri).

SARAGO (Diplodus vulgaris) Habitat: vive in fondali accidentati e rocciosi. Caratteristiche fisiche: il corpo è ovale, alto e compresso lateralmente, di colore argenteo con linee dorate lungo i fianchi. Particolare è la fascia nera sul peduncolo caudale e dietro la nuca. Raggiunge una lunghezza massima di quarantacinque centimetri ed i due chilogrammi di peso.

SARDINA (Sardinia pilchardus) Habitat: vive in profondità lontano dalla costa. Caratteristiche fisiche: il corpo è fusiforme, coperto da squame e presenta una sola pinna dorsale. Il colore del dorso è verde oliva con una fascia azzurra per ogni lato, mentre il ventre è biancastro. Non supera i venti centimetri di lunghezza. Curiosità: si avvicinano alla costa per deporre le uova; si riunisce in banchi.

SCAMPO (Nephreps norvegicus) Habitat: vive in fondali sabbiosi o fangosi. Caratteristiche fisiche: presenta un corpo allungato dove sono presenti delle robuste chele con delle costolature spinose. Il colore è rosato con sfumature sul rosso-arancione. La lunghezza raggiunta è di circa venti centimetri.

SCORFANO (Scorpaena scrofa) Habitat: vive in acque profonde con fondali sabbiosi o in anfratti di scogliere naturali. Caratteristiche fisiche: il suo corpo è ovale e affusolato con la presenza di due pinne dorsali. La testa è grossa e coperta da creste spinose e di punte. Sono presenti due pinne dorsali. E’ munito di ghiandole velenifere ben sviluppate e inserite nel terzo apicale della spina della prima pinna dorsale. Il colore è rossastro con macchie brune. Può raggiungere una lunghezza di venti, venticinque centimetri. Curiosità: ha la possibilità di cambiare colore, cioè di mimetizzarsi con l’ambiente che lo circonda.

SEPPIA (Sepia officinalis) Habitat: vive su fondi sabbiosi o fangosi e si nutre di molluschi, crostacei e di piccoli pesci. Caratteristiche fisiche: il corpo è ovale e schiacciato, ed è provvisto di una lamina contrattile che ha la funzione di pinna. Può raggiungere 45 cm di lunghezza. Il colore del dorso è estremamente variabile essendo il mimetismo molto accentuato. I colori prevalenti sono il giallo, il verde-bruno e il nero. Il colore del ventre è biancastro. Curiosità: in primavera si avvicina alla costa per deporre le uova.

SGOMBRO (Scomber scombrus) Habitat: vive in acque profonde lontano dalla costa. Caratteristiche fisiche: presenta un robusto e affusolato rivestito di piccolissime squame (servono per ridurre l’attrito con l’acqua). E’ dotato di una bocca molta larga fornita di piccoli e acuminati denti) e sono dotati di una membrana adiposa sugli occhi. Curiosità: è un veloce nuotatore e un vorace predatore; vive in grandi branchi ed in primavera si avvicina alla costa per la presenza di numeroso novellame.

SOGLIOLA (Solea vulgaris) Habitat: vive in fondali sabbiosi e fangosi. Caratteristiche fisiche: presenta un corpo ovale; il lato oculare destro è di colore bruno-verdastro con macchie nere, mentre il lato cieco, che poggia sul fondo, è di colore biancastro. Raggiunge una lunghezza media di venti, trenta centimetri. Curiosità: si nutre di crostacei e molluschi; vive sommersa nella sabbia, dalla quale fuoriescono solo i globi oculari.

SUGARELLO – SURO (Trachurus trachurus) Habitat: vive a mezzacqua e lontano dalla costa. Caratteristiche fisiche: presenta un corpo slanciato e piuttosto appiattito lateralmente, rivestito di piccole squame cicloidi, caratterizzato da una linea laterale ricoperta di scudi ossei e da una spina sul bordo posteriore, a metà del fianco si curva nettamente sino a raggiungere il penducolo caudale che si presenta molto breve e stretto. La testa è grande con occhio ricoperto da una palpebra adiposa e la bocca grande e ampia munita di piccolissimi denti sparsi un po’ ovunque, sulle mascelle, nel palato e nel vomere. Il dorso è di colore grigio-verdastro, i fianchi sono argentei ed il ventre bianco. Raggiunge dimensioni variabili tra i venti ed i quaranta centimetri.Curiosità: si nutre di crostacei planctogeni; vive in grandi branchi; si riproduce tutto l’anno.

TONNO ROSSO (Thunnus thynnus) Habitat: vive in profondità lontano dalla costa. E’ un pesce migratore, che vive in banchi alla continua ricerca di pesce azzurro. Caratteristiche fisiche: presenta un corpo fusiforme di colore azzurro scuro sul dorso mentre i fianchi sono di colore bluastro ed il ventre è argenteo. Può raggiungere i tre metri di lunghezza ed un peso di quattrocento chilogrammi. Curiosità: si nutre di crostacei, molluschi e pesci anche di grosse dimensioni; nel periodo dell’accoppiamento, che va da maggio a giugno, si nutre pochissimo; è un abile e velocissimo nuotatore che durante il periodo della migrazione è capace di percorrere anche 250 km in un solo giorno.

TRIGLIA DI FANGO (Mullus barbatus) Habitat: vive in fondali sabbiosi e fangosi, fino a trecento metri di profondità. Caratteristiche fisiche: presenta un corpo fusiforme con due marmagli tattili nella mandibola. E’ di colore rosso sul dorso e bianco-argenteo sul ventre. Raggiunge una lunghezza massima di circa venticinque centimetri. Curiosità: depone le uova vicino alla costa (in estate); inizia la migrazione in autunno, modificando il suo aspetto. La biodiversità marina da rispettare e tutelare nel Mar Adriatico. Il Mar Adriatico è caratterizzato da un'elevata biodiversità. Purtroppo, gli organismi viventi nel Mar Adriatico e il loro habitat sono tutti in pericolo a causa dell'inquinamento da acque reflue, petrolio e metalli pesanti, lo sfruttamento irrazionale delle risorse viventi e la legislazione nell'uso quotidiano del mare, smaltimento dei rifiuti, bonifica e progetti di costruzione sulla costa, riproduzione artificiale di organismi marini, ecc. Di conseguenza, alcune specie sono mancanti, di alcune la sopravvivenza è seriamente minacciata, e sono numerose le popolazioni di organismi marini in diradamento. Il mare non è una risorsa inesauribile con un potere illimitato di auto-rigenerazione. Oltre ad essere un paesaggio turistico, il mare ha un'altra dimensione, che richiede la nostra comprensione e protezione. Questa è proprio la questione. Posidonia oceanica Prati di Posidonia Oceanica sono zone di alta biodiversità in Adriatico. A causa dell'inquinamento, dell'ancoraggio, della pesca a strascico e per altri motivi, quest'erba marina diventa sempre più ritirata e stà scomparendo minacciando così tutta la fauna che popola questi prati. Il lancio e il ritiro delle ancore portano a danni irreparabili a praterie di posidonia. Le praterie di posidonia sono i principali produttori di ossigeno nell'acqua, e per questa ragione vengono chiamati i polmoni del mare. Datteri Sulla superficie la devastazione che si verifica a causa della pesca eccessiva di datteri non si vede. La loro prelibatezza non può essere una scusa per la distruzione insensata della vita sottomarina. Gli amatori di datteri probabilmente non conoscono il grado di devastazione che comporta la loro delizia culinaria. A causa della rottura delle rocce si distrugge irreversibilmente la costa rocciosa, ma si rischia anche di incidere sul suo potenziale biologico e quello della pesca. Cavalluccio marino Tale bonaria e gentile creatura del mare è molto facile preda per i sub che non si rendono conto che gli esseri viventi non sono souvenir. Non aiutate l'uccisione di cavallucci marini acquistando cavallucci marini secchi come souvenir! Nacchera Questa cozza è una specie adriatica protetta che abita il fondo sabbioso. È un abitante frequente dei prati di erba marina. Con lo sviluppo del turismo il suo habitat si trova in pericolo, principalmente per colpa dell'estrazione dei suoi gusci che vengono utilizzati per creare oggetti decorativi e come souvenir. È vietata l'estrazione e la vendita di queste conchiglie. Delfino I delfini sono la specie la cui sopravvivenza è messa in pericolo grazie alle attività umane in mare, la pesca eccessiva e l'inquinamento. I delfini, con l'udito, identificano e catturano le loro prede, comunicano e si orientano con la creazione di una mappa acustica della zona in cui si muovono. La maggior parte dei suoni prodotti dalle navi, in particolare i suoni di eliche, si sovrappongono con le frequenze utilizzate dai delfini. Per colpa di queste interferenze, a volte lasciano i loro luoghi preferiti dove cercano il cibo e dove soggiornano con i giovani, e si sa, inoltre, che nei delfini il rumore può produrre stress. I delfini non devono essere inseguiti e le navi non devono essere guidate direttamente verso di loro.

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