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Il San Felipe

  • Immagine del redattore: Nicola Di Battista - Care The Oceans
    Nicola Di Battista - Care The Oceans
  • 19 giu 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Quando nel febbraio del 1693, dai cantieri spagnoli di La Coruna, scese in mare il San Felipe, la potenza navale iberica non era più quella che aveva trionfalmente solcato i mari di tutto il mondo. Costruito senza economia di materiali, con un fasciame esterno e uno interno, il San Felipe aveva uno scafo possente e massiccio.

Lo scheletro della nave era rivestito da tavole di quercia lunghe 8 metri e spesse 15 centimetri. Gli altri elementi del fasciame erano realizzati in olmo, quercia e pino. I lembi dei vari “corsi” (così erano dette le tavole in linguaggio tecnico) tendevano, per effetto della dilatazione del legno e delle sollecitazioni alle quali era sottoposta la nave, inevitabilmente ad allargarsi o a restringersi, pregiudicando così l’impermeabilità dell’intera struttura. Per ovviare a tale inconveniente, lo scafo del San Felipe venne calafatato introducendo nelle fessure, fra una tavola e l’altra, stoppa imbevuta di pece o catrame. L’intero scafo, inoltre, venne foderato con una mistura di catrame vegetale e resina estratta dalle conifere; si sovrappose poi a tale strato uno spessore di “borra”, formato da pelli di animali mescolate a vecchio cordame incatramato, e infine sul tutto furono inchiodate tavole di rovere dello spessore di 2 centimetri. La loro chiodatura venne eseguita con chiodi a testa larga, disposti molto vicini gli uni agli altri in modo da coprire quasi interamente la carena e difendere, quindi, il legno immerso dagli attacchi degli agenti marini. Il San Felipe era armato con cannoni in bronzo, preferibili a quelli in ferro per la loro maggiore resistenza e maneggevolezza. I cavi delle ancore, dette “gòmene” o “gomène”, avevano dimensioni notevoli, da 20 a 35 cm di diametro, e n° 2 ancore di scorta. Le gomene di maggior diametro erano dette gomene “maestre”, quelle minori “seconda gomena”, “gomena di ormeggio” o di “afforco”. Per salpare le ancore, il San Felipe disponeva di due argani; quello maggiore era costituito da due campane, una sul primo ponte e una sul secondo. Si poteva così manovrare l’argano su due piani contemporaneamente e raddoppiare la forza applicata. Il San Felipe non partecipò ad alcuna battaglia navale e venne demolito nel 1736.


 
 
 
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