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Il San Felipe

Quando nel febbraio del 1693, dai cantieri spagnoli di La Coruna, scese in mare il San Felipe, la potenza navale iberica non era più quella che aveva trionfalmente solcato i mari di tutto il mondo. Costruito senza economia di materiali, con un fasciame esterno e uno interno, il San Felipe aveva uno scafo possente e massiccio.

Lo scheletro della nave era rivestito da tavole di quercia lunghe 8 metri e spesse 15 centimetri. Gli altri elementi del fasciame erano realizzati in olmo, quercia e pino. I lembi dei vari “corsi” (così erano dette le tavole in linguaggio tecnico) tendevano, per effetto della dilatazione del legno e delle sollecitazioni alle quali era sottoposta la nave, inevitabilmente ad allargarsi o a restringersi, pregiudicando così l’impermeabilità dell’intera struttura. Per ovviare a tale inconveniente, lo scafo del San Felipe venne calafatato introducendo nelle fessure, fra una tavola e l’altra, stoppa imbevuta di pece o catrame. L’intero scafo, inoltre, venne foderato con una mistura di catrame vegetale e resina estratta dalle conifere; si sovrappose poi a tale strato uno spessore di “borra”, formato da pelli di animali mescolate a vecchio cordame incatramato, e infine sul tutto furono inchiodate tavole di rovere dello spessore di 2 centimetri. La loro chiodatura venne eseguita con chiodi a testa larga, disposti molto vicini gli uni agli altri in modo da coprire quasi interamente la carena e difendere, quindi, il legno immerso dagli attacchi degli agenti marini. Il San Felipe era armato con cannoni in bronzo, preferibili a quelli in ferro per la loro maggiore resistenza e maneggevolezza. I cavi delle ancore, dette “gòmene” o “gomène”, avevano dimensioni notevoli, da 20 a 35 cm di diametro, e n° 2 ancore di scorta. Le gomene di maggior diametro erano dette gomene “maestre”, quelle minori “seconda gomena”, “gomena di ormeggio” o di “afforco”. Per salpare le ancore, il San Felipe disponeva di due argani; quello maggiore era costituito da due campane, una sul primo ponte e una sul secondo. Si poteva così manovrare l’argano su due piani contemporaneamente e raddoppiare la forza applicata. Il San Felipe non partecipò ad alcuna battaglia navale e venne demolito nel 1736.


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