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Il Faro Fanale di Livorno


Il Fanale di Livorno, o Fanale Maggiore o più semplicemente Fanale, è il faro del porto di Livorno, ubicato all'imbocco sud dello scalo labronico. Sorto in epoca medioevale ad opera della Repubblica di Pisa, è per fondazione uno dei fari più antichi d'Italia, sebbene sia stato ricostruito fedelmente a seguito delle devastazioni causate dalla seconda guerra mondiale.

Per la sua bellezza il fanale è citato da Francesco Petrarca (che lo menziona nel suo “Itinerario siriaco”: et fere contiguum Liburnum ubi praevalida turris est cuius in vertice flamma per noctes tuti littoris signum praebet), da Goro di Stagio Dati, che definì la torre come una delle più belle del mondo, da Matteo Fortini, poeta minore del Quattrocento nel suo poemetto L'Universo, fino in tempi più recenti da Giovanni Marradi.

Il fanale fu costruito dalla Repubblica di Pisa presso il piccolo abitato medioevale di Livorno, allora suo possedimento, in sostituzione di quello posto sulle secche della Meloria, andato distrutto nel 1284 durante l'omonima battaglia ad opera dei Genovesi. Il progetto originale, risalente al principio del XIV secolo, viene attributo a Giovanni Pisano; la torre fu costruita tra il 1303 ed il 1305 su ordine dei Provveditori della Fabbrica Lando Eroli e Jacopo da Peccioli; all'epoca era completamente circondata dal mare. Il fanale è costituito essenzialmente da due torri merlate e sovrapposte, impostate al di sopra di una base tronco-conica. In realtà, ad un'analisi più ravvicinata, le due torri sono a loro volta formate da diversi cilindri di diametri decrescenti, che fanno assumere al complesso un leggero andamento conico fino alla sommità. Il faro, realizzato in pietra della Verruca della cava di San Giuliano, è alto 52 metri ed il diametro massimo è di 12 metri


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