Microplastiche nei laghi: è allarme sul Sebino e nel Garda
I campionamenti rivelano l’alta concentrazione di microplastiche nei laghi. Vengono mangiate dai pesci, e spesso gli animali finiscono nei nostri piatti. Piccoli imballaggi, fibre tessili sintetiche, assorbenti e cotton fioc. Dovrebbero finire nella spazzatura, troppo spesso vanno negli scarichi di casa. O in quelli industriali, sopratutto di quelle imprese che trattano plastica. Spesso compongono i prodotti per l’igiene personale, e in questo caso l’unica soluzione è cambiare etichetta. Una volta in acqua, si frammentano in parti più piccole e vengono mangiate dai pesci con effetti nocivi per gli animali e, se quei pesci finiscono nei nostri piatti, per l’uomo. Perchè quelle particelle sono tossiche. Il problema è sottovalutato ma le microplastiche (grandi fino a cinque millimetri) sono una minaccia anche per le acque dolci, e non solo per oceani e mari. Se nel nord Italia il Sebino e il Maggiore sono quelli messi peggio sotto questo fronte, anche il Garda non deve sorridere. A rivelarlo sono i risultati dei campionamenti effettuati nel mese di luglio dall’equipaggio di Goletta dei laghi, la campagna itinerante di Legambiente - realizzata in collaborazione con COOU, consorzio obbligatorio degli oli esausti e Novamont - che da 11 edizioni denuncia le principali criticità che minacciano i bacini lacustri italiani. Nel Sebino, Lario, Verbano e Benaco per la prima volta in Italia, accanto al monitoraggio della presenza di inquinamento da batteri di origine fecale, è stato condotto anche un campionamento di microplastiche. I campioni prelevati dell’equipaggio di Goletta dei laghi nei principali laghi del nord Italia sono stati sottoposti a indagini di laboratorio e hanno rivelato la presenza di microparticelle plastiche in tutti i prelievi effettuati. I laghi in cui sono state trovate più particelle sono l’Iseo e il Maggiore, con valori medi di densità di 40.396 e 39.368 particelle su chilometro quadrato di superficie campionata, seguiti dal lago di Garda con 25.259 particelle su chilometro quadrato. Purtroppo i corsi d’acqua continuano ad essere incessantemente sul banco degli imputati: l’Oglio sul Sebino, l’Adda sul Lario, i torrenti Bardello, Acquanegra e Boesio sul Verbano, il Bolletta sul Ceresio e per finire il Maguzzano sul Benaco. Quasi sempre pesano la mancanza di infrastrutture fognarie dei comuni dell’entroterra o l’inadeguatezza dei depuratori per il troppo carico antropico. La presenza di microplastiche nei laghi è la dimostrazione che innanzitutto manca anche una cultura della gestione dei rifiuti. Troppo spesso vengono gettati negli scarichi oggetti che andrebbero smaltiti nella spazzatura. Il cambiamento passa soprattutto attraverso la maggiore consapevolezza dei singoli che i propri comportamenti quotidiani hanno effetti globali.