Vita da sub, l'Italia sommersa. Dagli sport subacquei ai relitti da scoprire.
Rugby subacqueo, competizioni internazionali di riprese video e matrimoni: oggi sott'acqua si può fare di tutto, senza rinunciare alle classiche immersioni.
Pinne, muta, bombole. Anche nel giorno del fatidico sì, da soffiare dentro l'erogatore. Perché sott'acqua ci si può anche sposare anche se è meglio andare per gradi e iniziare dalle immersioni amatoriali per arrivare, perché no, agli sport 'marini' che si praticano più o meno in profondità.
Il mondo della subacquea ricreativa e sportiva conta numeri in crescita, soprattutto per quanto riguarda gli sport in apnea e l'hockey (sport nato negli anni Cinquanta in Australia e praticato oggi in trenta Paesi). Gli atleti sono oltre 5mila. Non solo pesca in apnea, ma anche tiro al bersaglio subacqueo, rugby, fino alla fotografia e alle riprese video, sempre subacquee: discipline sportive più recenti, e di nicchia, ma ufficialmente riconosciute.
ll fondale marino italiano è un tesoro anche per chi è appassionato di relitti. Alle isole Tremiti c'è "Il Lombardo" un piroscafo a ruote del XVIII secolo. Si tratta di una delle imbarcazioni utilizzate da Garibaldi nella spedizione dei Mille. La nave salpò il 6 maggio per arrivare l'11. Nella traversata c'erano a bordo più di mille uomini ed una sola donna, Rosalia Montmasson, la moglie di Francesco Crispi. Il naufragio avvenne quattro anni più tardi, nella notte tra il 12 e il 13 marzo del 1864, vicino all'isola di San Domino. In quell'occasione la nave stava trasportando detenuti a Manfredonia. Attualmente si trova a 30 metri di profondità nella cala degli Inglesi, all'Isola di San Domino.
A Portofino ci sono il relitto del Croesus (affondato nel 1855), il relitto Mohawk Deer (piroscafo affondato nel 1967), il relitto Schooner (veliero della prima metà del XX secolo). Nel golfo di Genova, a 34 metri di profondità, c'è anche La Haven, il più grande relitto visitabile dai subacquei del Mediterraneo. La petroliera cipriota è lunga 334 metri e fu costruita nel 1973 a Cadice. Subì un incendio l'11 aprile del 1991, in seguito al quale affondò, tre giorni dopo.
A Santa Teresa di Gallura c'è l'Angelika. La nave cargo greca, affondata nel 1981 in circostanze mai chiarite, si trova di fronte allo scoglio della Marmorata. Nel Golfo di Tonnara, a San Vito lo Capo, c'è il Kent, detto anche 'Nave dei corani' perché trasportava nelle stive migliaia di copie del Corano quando è affondata, nel 1978. Era una motonave da carico di proprietà greca con bandiera cipriota.
All'isola d'Elba c'è il cosiddetto relitto di Pomonte, l'Elviscot: era un piccolo mercantile costruito nel 1960 di 62,25 metri di lunghezza per una stazza di 499 tonnellate. Fu costruito da un armatore olandese e comprato dalla Lavinia Antonio Scotto di Napoli che la usò per il trasporto di legname. Il 10 gennaio 1972, l'Elviscot, partito da Napoli e diretto a Marsiglia, naufragò andando a sbattere sugli scogli.
A Saline Joniche, al confine meridionale dello stretto di Messina, c'è Laura C.: era una nave da carico in ferro adibita ad uso militare durante la seconda guerra mondiale. È affondata a causa di un siluramento. Un'altra perla dello stretto di Messina è Valfiorita, una motonave di 6200 tonnellate. Costruita in origine per usi commerciali, fu riconvertita ad uso militare durante la seconda guerra mondiale, principalmente per il trasporto di merci deperibili, esplosivi, mezzi militari ed armamenti. Fu affondata l'8 luglio 1943 dal sommergibile inglese "Ultor". Il relitto si trova a Mortelle, fra i 45 e i 71 metri di profondità.
A 15 metri di profondità, con un'immersione alla portata di tutti, c'è il 'Cristo degli Abissi': la celebre statua dello scultore Guido Galletti è appoggiata sul fondale nella baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino, all'interno dell'Area naturale marina protetta di Portofino. È stata sistemata lì grazie alla Marina Militare italiana il 29 agosto del 1954, in ricordo di uno dei primi subacquei italiani, Dario Gonzatti, morto durante un'immersione nel 1947. Fu uno dei primi a sperimentare l'autorespiratore ad ossigeno.
A volere con forza questa statua nel ricordo di Donzatti fu Duilio Marcante, il padre della didattica subacquea italiana. Da lui, e dal medico Giorgio Odaglia, prende il nome la manovra di 'Marcante-Odaglia' (conosciuta a livello internazionale col nome di 'manovra Frenzel', dal nome di Hermann Walter Gotthold Frenzel, medico e ufficiale della Luftwaffe che la sviluppò durante la seconda guerra mondiale). È la cosiddetta 'compensazione' forzata, che si sfrutta sia il movimento che la pressione: la lingua chiude il collegamento con i polmoni, iniziando un movimento simile alla deglutizione e in seguito fungendo da pompa, verso l'alto, per esercitare una spinta di pressione verso l'orecchio medio. Il tutto con le narici chiuse.