La Convenzione sulla biodiversità
La Convenzione sulla diversità biologica è un strumento giuridico internazionale per la conservazione e l'uso sostenibile della diversità biologica a livello globale, sottoscritta nel 1992 durante la conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo (il "Vertice della Terra" di Rio). Alla convenzione hanno aderito 192 paesi inclusa l’Unione Europea. La convenzione riconosce a livello internazionale il valore insostituibile della diversità biologica come agente necessario all'evoluzione della vita sulla terra e dal quale dipende la vita dell'umanità stessa.
Gli obiettivi: - la conservazione della diversità biologica a livello di geni, di specie, di comunità ed ecosistema. La convenzione prevede che la conservazione avvenga primariamente in situ, cioè nei loro ambienti naturali ma riconosce anche l'importanza di azioni di conservazione di specie e geni ex situ mediante zoo, giardini botanici e banche del germoplasma - l'utilizzazione durevole, o sostenibile, dei suoi elementi - la giusta ed equa ripartizione dei vantaggi che derivano dallo sfruttamento delle risorse genetiche e dal trasferimento delle tecnologie ad esso collegate.
Le parti contraenti si sono impegnate ad elaborare e applicare strategie nazionali e piani d'azione per conservare, tutelare e valorizzare la diversità biologica e sono tenute a realizzare programmi su tematiche settoriali e intersettoriali.
L'Italia ha ratificato la convenzione con la legge n. 124 del 14 febbraio 1994, mentre nel 2010 ha elaborato e approvato la Strategia nazionale per la biodiversità.