La Cina punta a quintuplicare la dissalazione dell’acqua di mare per le isole.
Per porre rimedio alla carenza di acqua nelle isole abitate, la Cina punta a quintuplicare la sua capacità di dissalazione dell’acqua di mare entro 3 – 5 anni. Nel mare della Repubblica popolare cinese ci sono più di 11.000 isole (anche se la Cina comunista considera suo sovranità e arcipelaghi e atolli rivendicati da Giappone, Vietnam, Filippine; Malaysia, Indonesia e Brunei) e 489 di queste isole sono abitate e si estendono su una superficie di almeno 500 m2. Più della metà delle isole abitate – le più piccole spesso solo da militari e pescatori – dipendono dall’acqua piovana canalizzata o da quella portata da navi cargo. Infatti, secondo un piano annunciato dalla Commissione nazionale dello sviluppo e della riforma e dall’Amministrazione nazionale degli affari oceanici, «Circa 100 progetti di dissalazione dell’acqua di mare saranno creati o modernizzati in 16 province e città costiere, aggiungendo 600.000 tonnellate di capacità di dissalazione alla capacità esistente di 135.700 tonnellate». Nel Piano si afferma che «Entro il 2020, l’acqua dissalata dovrà diventare la principale fonte d’acqua per le isole che soffrono di un serio deficit idrico». L’agenzia ufficiale Xinhua scrive che la notizia ha fatto schizzare verso l’alto le azioni delle imprese legate a questi progetti: Beijing Originwater Technology e Zhejiang Hailiang.