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Il Capitano Natale Di Grazia


Sembra doveroso dedicare questa giornata a colui che oggi avrebbe compiuto 65 anni e le cui indagini hanno permesso di scoprire il traffico illecito di rifiuti via mare e della possibile correlazione di tale traffico con l'uccisione di Ilaria Alpi e del suo staff, con il relativo affondamento di navi (navi a perdere - navi dei veleni): il Capitano Natale De Grazia, uccido da balordi senza scrupoli, i cui nomi sono noti nell'ambiente malavitoso e burocratico .

Natale De Grazia (Reggio Calabria, 19 dicembre 1956 – Nocera Inferiore, 12 dicembre 1995) è stato un capitano di fregata, medaglia d'oro al merito di marina alla memoria. Morto a 38 anni per mano di malavitosi senza scrupoli, impauriti dalle sue indagini. Lavorava nel pool investigativo della Procura di Reggio per un’inchiesta sul traffico di rifiuti tossici con il magistrato Francesco Neri.

Conseguito il titolo professionale marittimo di capitano di lungo corso nel 1981 effettua quattro anni di navigazione in qualità di 2º e in seguito di 1º ufficiale di coperta su navi mercantili e petroliere.

Nel 1983 frequenta l'Accademia navale di Livorno conseguendo il grado di Guardiamarina per poi essere imbarcato al termine del corso sulla fregata Sagittario, la quale salpa nel dicembre dello stesso anno per il Libano in missione.

Tra il 1984 e il 1991 presta servizio prima presso la Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina e quindi al Compartimento Marittimo di Reggio Calabria. Nel 1991 assume il comando del Circomare di Carloforte (Cagliari). Nel 1994 a seguito di un nuovo trasferimento al Compartimento di Reggio Calabria collabora attivamente con in pool investigativo della Procura relativamente al traffico di rifiuti tossici, radioattivi su espressa richiesta del Procuratore Capo dott. Francesco Scuderi, ritenendo preziosa ed essenziale la collaborazione.

De Grazia muore improvvisamente dopo aver mangiato in un ristorante di Campagna (SA), mentre, scortato da due carabinieri, si recava a La Spezia per rendere dichiarazioni in tribunale in merito alle predette indagini.

De Grazia si sente male subito dopo aver cenato in un ristorante a Campagna, ad 1 km dal casello. Poco dopo si sente male, e decede sulla Salerno-Reggio Calabria nel comune di Nocera Inferiore, si legge sul certificato di morte arresto cardio-circolatorio, motivazione troppo generica che porta alla necessità di realizzare un esame autoptico; quest'ultimo viene effettuato dopo dieci giorni presso l'ospedale di Reggio Calabria.

I dati dell'esame autoptico verranno poi trasmessi alla famiglia solo dopo dieci anni dalla morte, nel 2012 viene stabilito da una ulteriore perizia la morte a causa tossica.

Secondo il pentito Francesco Fonti, audito in sede di Commissione parlamentare d'inchiesta sul traffico illecito di rifiuti, il capitano di fregata De Grazia sarebbe stato ucciso in ragione delle indagini da lui condotte relative allo smaltimento illecito di rifiuti tossici. Il pentito ricollegò altresì la vicenda all'assassinio di Ilaria Alpi, avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo 1994.

Dopo la sua morte le indagini subirono un duro colpo e da allora la verità sulle cosiddette “navi a perdere”. Il risultato del lavoro investigativo condotto dal capitano De Grazia è contenuto nei fascicoli dell'inchiesta giudiziaria sull'affondamento della nave Rigel e altri “navi a perdere” presso la procura di Reggio Calabria archiviata nell'anno 2000.

Risulta documentato che il capitano Natale De Grazia aveva trovato nella casa di un noto faccendiere investigato per smaltimento illecito di scorie radioattive, un'agenda con l'appunto “Lost the ship” (la nave è persa) il giorno 21 settembre 1987, il giorno in cui è affondata la nave Rigel. Quel giorno, secondo quanto stabilito dalla International Maritime Organization è affondata soltanto quella nave.

Il 9 novembre 2016 il programma televisivo Le Iene si occupa del caso a seguito di un'indagine di morti sospette ad Africo.


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