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Un progetto europeo per le meduse


Le meduse, creature certamente affascinanti, in alcune situazioni possono tuttavia essere molto dannose, ad esempio alcune specie tropicali sono tra gli animali più tossici esistenti. L’aumento delle temperature dell'acqua, l'acidificazione degli oceani e l'eccessiva attività di pesca sembrano favorirne la proliferazione.

Sempre più spesso, sulle coste europee, le meduse si presentano in enormi masse in grado di procurare gravi danni alle aziende e di bloccare i sistemi di raffreddamento delle centrali elettriche localizzate vicino alla costa. Mediante il progetto "GoJelly", finanziato dall'Unione europea nell'ambito del programma Horizon2020, con sei milioni di euro per un periodo di quattro anni, si cercherà di utilizzare le meduse facendole diventare una risorsa.

Nel progetto GoJelly saranno sviluppate, in primo luogo, ricerche di base, dal momento che il ciclo vitale di molte specie di meduse è ancora solo scarsamente conosciuto ed è pressoché impossibile prevedere i fenomeni di proliferazione.

Nel progetto, i ricercatori studieranno le caratteristiche biochimiche / nutraceutiche / microbiologiche e nutrizionali delle meduse del Mediterraneo e dei mari europei.

L’Italia, collocata con le sue due grandi isole al centro del Mediterraneo, ha un totale di 7468 km di costa e gli ecosistemi marini sono considerati fondamentali per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile. Altro obiettivo del progetto è di utilizzare le biomasse di meduse per arginare un altro danno originato dall'uomo. "Gli studi hanno dimostrato che il muco delle meduse può imbrigliare le microplastiche. Pertanto, vogliamo verificare se dalle meduse possano essere prodotti dei 'biofiltri'. Questi biofiltri potrebbero essere utilizzati negli impianti di trattamento delle acque reflue o nelle fabbriche in cui si produce microplastica ", spiega una ricercatrice di Geomar.


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