L'antropocene
Antropocene è un termine coniato negli anni ottanta dal biologo Eugene Stoermer che nel 2000 fu adottato dal Premio Nobel per la chimica Paul Crutzen nel libro Benvenuti nell'Antropocene. Il termine indica l'era geologica (più precisamente epoca geologica) attuale nella quale all'essere umano e alla sua attività sono attribuite le cause principali delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche. Il termine deriva dal greco anthropos, che significa uomo, e almeno inizialmente non sostituiva il termine corrente usato per l'epoca geologica attuale, Olocene, ma serviva semplicemente ad indicare l'impatto che l'Homo sapiens ha sull'equilibrio del pianeta. Tuttavia più recentemente le organizzazioni internazionali dei geologi stanno considerando l'adozione del termine per indicare appunto una nuova epoca geologica in base a precise considerazioni stratigrafiche.
Il primo studioso a proporre una definizione specifica per l'era geologica in cui la Terra è massicciamente segnata dalla attività umana fu il geologo Antonio Stoppani, che nel 1873 scrisse che l'attività umana rappresentava una nuova forza tellurica e propose il termine di "era antropozoica" per definirla. Successivamente il geochimico russo Vernadskij considerò che "la direzione in cui i processi dell'evoluzione crescono, soprattutto verso la consapevolezza e il pensiero e le forme hanno un'influenza sempre maggiore sugli ambienti circostanti, e definì il periodo col termine di noősphera (ossia mondo del pensiero) per sottolineare il potere crescente della mente umana nel modellare il suo futuro e l'ambiente; lo stesso termine venne usato dal paleontologo e pensatore cattolico Teilhard de Chardin.